mercoledì 9 luglio 2008

Pensieri nascosti

Fa più freddo, quando il termometro supera i trenta. A volte riesce ancora a fare più freddo.
Non faccio che andare al mare, nuotare cercando di ridere di quella paura stupida di pestare un qualche animale strano, leggere all’ombra tra le racchette e il pallone. Mi si è bruciata la pelle sulle spalle, quasi un rito, mi lamento del troppo caldo, quasi un obbligo. Mi innervosisce lo scirocco, un classico.
Eppure succede che fa freddo, di nascosto, all’inizio della notte o mentre gli altri parlano. La sensazione di sorpresa dolorosa di quando ho riconosciuto la tua sagoma seduta, solo dalla schiena. E ricordare che la prova più difficile che l’inverno mi abbia chiesto è stata quella di rispettare il suo silenzio, rispettare il suo disamore. Il tentativo patetico di imporre il mio tacere era simile a lanciare di traverso la tavoletta contro le onde, leggerissima, per vedere quanto si può resistere alla furia del mare. Vorrei tanto mi s’indurisse il cuore. Non dovrebbe volerci chissà cosa.
Non sono diventata più alta, né più tollerante, non mi si sono imbelliti gli occhi, non sono neanche un poco meno irritante. Ma i miei capelli sono così castani, e arresi, che spero tu possa perdonarmi per sempre.
O almeno fino a quando non ti finisce la dolcezza. Non ti sfinisco io.


"E un giorno io saprò
d'essere un piccolo pensiero
nella più grande immensità
di quel cielo"