giovedì 9 agosto 2012

Qui

Ti piacerebbe qui.
L’aria dell’estate e tutto arido e netto come certe tue foto. Il sole implacabile si abbatte sui colori, rinforza i sassi, mette alla prova la terra. Ti piacerebbe qui perché ci attirano gli stessi dettagli, come calamite, e avresti caldo di che lamentarti, ma apprezzeresti un mondo che è rimasto un po’ antico. Di porte di legno scrostate e vecchiette che vanno al mercato, dialetto quasi sempre, una natura incerta se sbocciare una volta per tutte o restare ordinaria. Quanto spazio è aperto agli occhi vergini, quanto resta protetto per chi ha impiegato anni a imparare a vedere.
Ti ho detto portami in America, ti ho detto andiamocene lontano, perché se mi accompagni tu anche un posto spaventoso sarà facile, sarà sempre sentirsi un po’ a casa. Ti ho detto mostrami grattacieli e spiagge immense, per l’entusiasmo che so che avremmo e per inventarci storie improbabili, come il pesciolino nei guai con la giustizia che se ne va e poi torna.
Ma mi piace pensare che verrai qui. Perché sono orgogliosa di quello che la mia terra sta diventando, ma forse ancora di più di quello che è rimasta. Vieni da un’Italia che non sembra la stessa eppure ti sento così parte delle mie cose. Come se invece di essere straniera ti avessimo già adottata, perché io ti porto negli occhi, e sai già come guardare.
È che tu sei la bellezza delle cose che succedono e cambiano forma a tutto. E ti ho chiesto di andare insieme in chissà quante città straniere, ma vorrei solo poterti stringere nelle mie strade di pietra. Sentirmi completa, qui, una volta.

Benvenuto raggio di sole
a questa terra di terra e sassi
a questi laghi bianchi come la neve sotto i tuoi passi
a questo amore a questa distrazione
a questo carnevale...