giovedì 4 febbraio 2010

Dieci secondi

È la possibilità che non ho mai chiesto, è ciò che può essere frainteso e messo in ridicolo, per cui mi fermo sempre prima di bussare: per dieci secondi. Un pugno di colpi di lancette. Me li farei bastare, sono una persona piccola e veloce. Passo sempre, in tutti, veloce. Ma riempirei ogni millesimo di questo tempo minuscolo per dirti un’infinità di cose, senza mai aprire bocca.
Dieci secondi per accarezzarti le guance, con una mano sola, scorrendo il pollice al lato dei tuoi occhi, in cerca di nascosto di una scossa elettrica, e appena un’esitazione prima di abbracciarti, un respiro profondissimo, e poi spingere le mani sulla tua schiena, sentire il tuo contatto, e se si può non temere che scappi. Stringerti ad occhi chiusi senza un pensiero al mondo, con forza e senza far male, muovendo piano i palmi perché tu senta il calore, appena due secondi, alla fine, per posarti un bacio sul collo, sulla spalla, non conta.
Dieci secondi per placare questo bisogno fisico di sentire che esisti, da qualche parte, che non eri solo un sogno e che non mi hai lasciata. Per non darti il tempo di fare domande, perché non pensi di nuovo che sia eccessiva e non ti senta in dovere di nulla. Puoi rispondere alla stretta, potrei restarti così avvinghiata per minuti, si potrebbe giocare o farsi prendere come se ancora. O posso andarmene, senza che ti dispiaccia.
Dieci secondi perché non ci ho messo una pietra sopra. Anche sapendo che in quell’abbraccio, potrei non trovarti più.


"Attraversami il cuore
il peso della solitudine è variabile
l'amore si può mancare per un attimo
Attraversami il cuore,
perché arriva troppo presto
o troppo tardi si fa ricordare
e ritrovare i momenti perduti non è facile"