sabato 8 maggio 2010

E intanto mi sorprendo

C’è una parte di me così sensibile alla bellezza che essere un po’ maschio è il solo modo per difendermi. È come un nucleo di burro, chiaro e muto, ma se lo lasciassi un minimo esposto mi esploderebbe addosso. Raccoglie la bellezza pura e rotonda di certe cose, per cui si risveglia, l’odore di salsedine su un paesaggio di riviera, o i movimenti delle mani dei bambini. Si riempie di un tono di voce perfetto e di tutto un insieme di prime volte. Come quando un sapore nuovo ti si scioglie in bocca, ed è solo dopo un attimo che realizzi e chiudi gli occhi.
A volte si poggia sulla bellezza di certe persone, e allora mi fa paura. Unisce curve e gesti, e toni scuri, e lo guardo impotente mentre si gonfia e si esalta, così pieno di euforia da trascinarmi a qualunque cosa. Si ferma con stupore su un vestito, sui giri dei capelli, si ricorda le sue spalle, le vene del suo collo e quasi tutto il corpo. Ha preso l’urlo profondo che divampa sotto il suo petto, le giravolte immense delle sue braccia, quella meraviglia così indiscutibile e netta che forse ancora si porta addosso, evidente, irresistibile. Che mi precipita dentro e affonda come una lama nella mia tranquillità. È quello che mi affretto a coprire, a far finta di no, che anzi, tutto il contrario.
C’è una parte di me così sensibile alla bellezza, da farmi chinare lo sguardo e modulare la voce, e stare attenta a limitare un complimento. Sono la sola che se ne accorge, l’unica che non può avvicinarsi. Così mi tengo composta e lucida. Per non rischiare, davanti a tutti, di sciogliermi in lacrime di commozione.

"Sai che chi si ferma è perduto
ma si perde tutto chi non si ferma mai
Sai che è ben poca certezza
ma spesso consola e rischiara
è profumo e candela... la bellezza"