mercoledì 22 ottobre 2008

Tracce

Ti vedo, ogni sera, arrivare ed andar via. Ci sono moltissime cose che avrei voluto dirti, in tutte le occasioni, invece mi accontento di immaginare la tua vita in un posto che non conosco, quasi mi sembra di guardarti, e basta questo. Riconoscerti mentre scendi di corsa a prendere un autobus. Fingere di vedere i bicchieri e il tavolo della tua cucina, dove ogni tanto dimentichi qualcosa. La sedia e uno o due jeans, qualche maglione blu. Io non ci sono mai.
Volevo dire a Pier che ogni tanto metto un paio di suoi calzini neri, li ha lasciati a casa mia chissà quando; ormai li ho consumati, ma vengono con me come il guscio delle chiocciole, un segnale di casa. Metto anche una sua maglietta, d’estate, quella col 46 pieno di brillantini. Che trovo bello avere qualcosa di suo. E' bello avere una lettera di Silvia, anche se è “stringata”, perché me l’ha scritta con la sua penna ed è la prima cosa che ricevo qui. La prima in assoluto, qui.
Era tanto tempo che qualcuno non mi teneva la mano, che non mi si chiedeva a cosa stessi pensando, ho perso le risposte su un marciapiede mentre camminavo, le ho lasciate cadere. Ho lasciato che mi frugassero nelle tasche e se le portassero. Chi se ne importa, sai? Chi se ne importa di spiegare.
Sono qui che ti vedo, ogni sera, arrivare ed andar via. Ed è triste, certe sere.

Nessun commento:

Posta un commento