domenica 29 giugno 2008

Saturday night's fever

Lo sai anche tu che ci ho pensato. Ho continuato a pensarci per un’ora o due, masticando ogni informazione, girandoci intorno, guardandomela bene. Una cosa così improvvisa.
Ci ho pensato – assurdo – con una specie di tristezza preventiva, di chi sa già come finisce la serata. In fondo la stavo aspettando, come te, potevo quasi vederla spuntare dietro l’angolo, col suo volto così familiare. Aspettavo la gelosia come si aspetta una vecchia amica, pronta a stringerle la mano e intavolare nuove conversazioni con lei, preparata alle sue domande insistenti, alla sua invadenza e a qualche lacrima. E’ fatta così, lei, cocciuta e maliziosa, abile a intrufolarsi nelle pieghe più sottili. Tanto tempo siamo state insieme che abbiamo stilato i nostri accordi segreti, e così io attendevo che si presentasse, puntuale come sempre, a riscuotere il suo piccolo tributo. E mi riascoltavo le frasi e me le torturavo. Una cosa così improvvisa. Così caldo sulle guance, e già tardi sull’orologio. Alla sua ora preferita, giacché io la conosco, ho fatto in modo di accoglierla sveglia. Pronta, sorridente.
Ma lei non è arrivata.
E allora qualcosa è cambiato davvero.


PS: Non è che adesso non si ripresenti più, è tanto cortese, non farà finta di non conoscermi. Anzi, educata com'è, è già passata per un saluto... un gesto col braccio, da lontano, solo per avvisarmi che ha cambiato residenza!


"Quando me chamou, eu vim
quando dei por mim, tava aqui
quando lhe achei, me perdi
quando vi você, me apaixonei..."

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