martedì 12 giugno 2007

Il cielo d'Irlanda e Mrs. Dalloway

Ho dimenticato di annaffiare il bonsai del salotto per quattro o cinque giorni consecutivi, la settimana scorsa. L’ho fatto colpevolmente, come un omicidio. Ci passavo davanti, guardavo le foglie riarse, andavo via. Come un omicidio. Sembra che abbia bisogno di veder soffrire le cose e le persone che amo, per capire di amarle davvero… ma forse poi no. Forse sono solo quei periodi in cui cado nella spirale autodistruttiva, che mi portano a pensarmi come una persona così crudele. Così intimamente cattiva.
Arrivano sempre eventi o pensieri ad addolcirmi, per fortuna, e così è anche questa volta… Stamattina è stata Fiorella, come riesce solo a lei quando la sua voce ha tanto potere su di me. Volevo ascoltare “Tutti cercano qualcosa”, l’ho cantata e riscoperta come mi piace, senza pensare affatto che subito dopo c’era la perla dimenticata: “Il cielo d’Irlanda” ha invaso la stanza ad alto volume, è salita veloce attraverso il pavimento, non le ho resistito neanche per un istante! Ho urlato e saltato e riso di me, mi sono sentita sciocca buttando via le scarpe, ho sentito di nuovo le mie gambe rispondermi, le ho regalato il meglio che avevo, sono crollata a terra esausta! sorridente!
In me c’è altro. C’è così tanto altro! E io spero che un giorno lo vedano le persone a cui non l’ho mostrato mai, specialmente quelle a cui l’ho negato inconsapevolmente perché le amavo. Perché quando amo divento eccessiva e ferisco, distruggo, non respiro bene. Vorrei dare a queste persone tutta la dolcezza di cui sono capace, l’energia positiva, l’entusiasmo, il bene che ho. Tutto a loro.
Da qualche giorno ho ripreso a dare acqua a quella povera pianta, e mi fa felice vedere ogni mattina che le foglie si aprono e tornano del loro verde tenero e vivo. Chissà che tutto non inizi così.


“In people’s eyes, in the swing, tramp, and trudge; in the bellow and the uproar; the carriages, motor cars, omnibuses, vans, sandwich men shuffling and swinging; brass bands; barrel organs; in the triumph and the jingle and the strange high singing of some aeroplane overhead was what she loved; London; this moment of June.”

(V. Woolf)

Nessun commento:

Posta un commento