sabato 2 giugno 2007

We fly high

Ho dormito rannicchiata in un cantuccio del letto, così che il mondo non dovesse preoccuparsi che io esisto. Perché potessi proteggere meglio il mio petto e non perdere nessuna delle tante correnti che l’attraversavano, tenerle tutte per me, accarezzarle consolandole. Accarezzarle consolandomi.
Abbiamo volato in alto, amici miei. I milioni di giorni e ore insieme sono stati il cielo da solcare, un cielo a volte di un azzurro terso e avvolto dal sole, a volte burrascoso o solo grigio di nebbia. Abbiamo volato in alto ridendo e guardandoci in faccia, urlandoci contro, sorridendo ai nostri sorrisi, cercando di diventare noi stessi, cercando di fare quanto si doveva, di dare quanto si poteva… e abbiamo ricevuto in cambio una gemma brillante d’oro che splende al centro di ognuno di noi, oggi, domani, forse sempre. Abbiamo ricevuto parole e amore. Bei voti immeritati, brutti voti giustissimi e viceversa. Qualche delusione. Qualche sorpresa da bocca spalancata. Troppe cose per elencarle, troppo importanti per non parlarne con un brivido leggero.

Ho dormito per quasi 9 ore, senza muovere neanche un muscolo, e mi sembra di non aver riposato affatto, stamattina ho le ossa rotte e la testa deserta… non ho riposato affatto, oggi che mi sento la regina di un paese devastato. E questo fastidio forte che mi chiude lo stomaco e accentua il malessere sembra essere davvero una specie di somatizzazione, se non fosse che è l’era della scienza e devo chiamarlo virus, ma serve solo a rendere il mio viso un po’ più triste. Tanti uomini e donne uomini e donne ogni mattina lì per anni e senza che voglia accentuare questa specie di nodo in gola cosa c’era da aspettarsi a fare una festa dei maturandi il primo giugno con le magliette solo nostre e i cappelli lanciati in aria cosa c’era da aspettarsi forse la gioia di un inizio o la teatralità di un finale no niente di tutto questo ma una linea blu di dolore malinconico e dolce salire dal pavimento e restarmi nelle gambe e nella testa per ore infinite e veloci abbracciare una giacca bianca riconoscere una canzone impossibile da trovare rubare una torta e mettersi in posa perché ci vediamo agli esami ma non più così miei compagni di viaggio non più come adesso… non più nei nostri banchi coi nostri tormentoni e i suggerimenti ai compiti in classe. Eravamo noi, noi e loro. Noi.
Poi la sera mi addormento e qualche volta sogno perché voglio sognare, e nel sogno stringo i pugni tengo fermo il respiro e sto ad ascoltare…come i treni a vapore, mia anima, come i treni a vapore quest’inverno passerà.
E voleremo in alto, ancora, tutti.

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