venerdì 21 settembre 2007

Sympathy

In questi giorni sembra che tutti vogliano qualcosa da me. Attenzione, favori, informazioni, telefonate, doveri, appuntamenti, libri, canzoni. Ognuno ha qualcosa da chiedere. Io fossi in voi, cari voi, non vorrei niente da me. Perché quello che riesco a dare è così poco, così svogliato, così striminzito, che non vale davvero la pena averlo, a mio modesto parere.
In meno di una settimana ho saputo dove passerò i prossimi cinque anni, trovato casa, scelto e comprato un portatile, sono andata a litigare col dentista, ho avuto un lavoro e una scadenza per consegnarlo, ritirato moduli, fatto l’iscrizione, ripreso la terapia, detto bugie e sperato e smesso di sperare e desiderato ancora. Perdo anche miliardi di capelli al secondo, mi devo meravigliare?
She was a failure, she said. […] It was sympahy she wanted, to be assured of her genius, first of all, and then to be taken within the circle of life, warmed and soothed, to have her senses restored to her, her bareness made fertile, and all the rooms of the house made full of life.
She wanted sympathy. Ma anche solo qualcuno che si faccia trovare sotto casa con un posto in macchina e il sorriso più presente che riesce a fare. O magari un attimo più grande, con uno sguardo che sia ti capisco, che sia ti voglio bene e so già cos’hai se vuoi ti porto lontano… e mi posi una mano sulla spalla, a dire che ci sediamo al bar facciamo due chiacchiere e parlerò io finché non avrai tu qualcosa da dire, ti parlerò di me adesso che posso, sarò così per te, accomodante quanto riesco, e ti guarderò fisso ma non sempre perché non mi dia nessuna spiegazione. Solo un pomeriggio leggero, non chiedo mica chissà che.

Sono stata così chiusa, così afona e immobile. Immersa nella tristezza e nel suo non sentire, solo aspettando… non si sa cosa. Per fortuna e in definitiva, aspettando molto poco. Giusto il tempo perché arrivassi.
Per poi avvertire di sera sempre nel silenzio, ma stavolta un silenzio splendido e pieno del tuo respiro, di colpo tutti i pori riaprirsi; sentire di nuovo con violenza il dolore, il calore, il dispiacere e come un miracolo, un miracolo, il petto battere forte. Deciso, veloce… Bellissimo.
A te che mi prendi d’improvviso, quando non me l’aspetto. Grazie.

"You are not my enemy anymore
there's a ray of light upon your face now
I can look into your eyes
and I never thought it could be so simple"

... When we'll wake up some morning rain will wash away our pain...

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