mercoledì 8 agosto 2007

Anch'io (gelo e acqua calda)

Il mio parlare con te è un susseguirsi di “anch’io”. Anche a me, anch’io, neanch’io, tutto che comprende quella meravigliosa sintonia, quel pensare in simultanea, quell’“insieme” che non sapevamo ci fosse ed è apparso. E sono qui che ti aspetto, come spesso succede, ti aspetto ad un angolo della strada, ti aspetto un giorno qualunque delle mie stagioni; nel momento in cui arriverai ti sentirò passare. Passare.
Se tu volessi fermarti allora, fermarti sulle mie spalle e restare un po’ a guardare quello che io vedo, fermarti immobile su di me e sopportare il silenzio, darmi anche un solo minuto di te, quella sarebbe felicità. E in effetti di cosa mi lamento, ché già averti da aspettare è un regalo! Che questo tempo vuoto sia un’attesa, è un regalo. E’ il miracolo di te, io credo.

L’acqua calda esercita un potere enorme su di me. Scorrendomi addosso, è come se sciogliesse il freddo che ho dentro, quando sono di ghiaccio. Se tutto si blocca, se non sento niente sulla pelle, se ogni slancio si congela lentamente, acqua calda. Pochi minuti, ma acqua calda. Mi cade dai capelli sulla schiena, per ricordarmi che esisto io, mi accarezza le braccia e si lascia baciare generosa, restituendo la lucidità che manca quando mi perdo nel gelo. Quello del tempo che mi sfugge, quello del tempo che non passa mai. E quando arriva l’acqua calda, canto a squarciagola il mio essere nel mondo, perché tutto è rivoluzione di sensazioni! Tutto è chiarore e buonumore!

C’è un solo caso in cui ringrazio che ci sia l’acqua fredda. E questo tu dovresti saperlo benissimo. Animoticon
Sì. Anch’io.

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